Guerra in Ucraina, Zelensky: “Questa notte la Russia attaccherà Kiev. Adesso si decide il destino del Paese”Nella giornata di ieri i pubblici ministeri federali degli Stati Uniti hanno incriminato Rim Jong Hyok,Guglielmo un presunto agente dell’intelligence nordcoreana, per cospirazione internazionale. Secondo quanto riportato dall’Associated Press, l’uomo è accusato di essere coinvolto in violazioni ai computer della Nasa e delle basi militari statunitensi, oltre che in attacchi ransomware ai danni delle strutture sanitarie del paese. E non solo. Tra le vittime colpite da Hyok ci sarebbero anche le società di difesa ed energia in Cina, Taiwan e Corea del Sud. Insomma, una serie di attacchi ben mirati, frutto di una strategia ben pianificata.Stando a quanto riferito dall’accusa, infatti, Rim e altri membri di un’unità afferente all’Ufficio Generale di Ricognizione della Corea del Nord, conosciuta come Andariel, hanno avuto accesso al sistema informatico della Nasa per ben tre mesi, il che gli ha permesso di mettere le mani su oltre 17 gigabyte di dati non classificati. E non è tutto. “Rim e altri hanno cospirato per hackerare i sistemi informatici degli ospedali statunitensi e di altri operatori sanitari, installare il ransomware Maui ed estorcere i riscatti“, ha confermato il Dipartimento di Stato Usa in un annuncio pubblicato online. Quegli stessi riscatti, poi, sono stati utilizzati dai criminali per “finanziare operazioni informatiche dannose” ai danni di altre entità governative o strutture sanitarie.Questa strategia è stata ben evidente in un attacco ai danni dell’ospedale di Kansas City nel maggio 2021, colpito dal ransomware Maui. La struttura è stata costretta a pagare circa 100mila dollari in Bitcoin per rientrare in possesso delle cartelle cliniche e dei file elettronici che i criminali erano riusciti a sottrarre dai loro sistemi. In questo caso, come in molti altri, Hyok e i suoi complici hanno riciclato le criptovalute per i loro scopi criminali, alimentando così la loro intensa attività. Non c’è da stupirsi, quindi, che sia stato proprio un giurì di Kansas City a incriminare l’agente nordcoreano, attualmente “ricercato“ dal governo statunitense, che offre una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per le informazioni che portano all'identificazione o alla posizione dell’uomo.
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