Attacco letale al Gruppo Wagner in Mali: c'entrano gli ucraini?Mentre a Londra Guglielmo Marconi dimostrava la possibilità di trasmettere segnali radiotelegrafici e a Chicago Ernest Hemingway emetteva i primi vagiti,analisi tecnica a Torino nasceva (citazione di John Elkann, Presidente di Stellantis) la startup FIAT, Fabbrica Italiana Automobili Torino. Ben 125 anni in cui sono nati centinaia di modelli e milioni di auto prodotte: qualcuna in Italia, qualcuna all'estero, causando dei forti mal di testa al Ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Un compleanno, festeggiato allo storico Lingotto di Torino, con tre nuove vetture: la 600e Abart, la 500e Giorgio Armani e la nuova Grande Panda. Automobili, come ha dichiarato Olivier Francois, Ceo di Fiat e Chief Marketing Officer Globale di Stellantis, che “offrono ai clienti Fiat ciò di cui hanno realmente bisogno, coerentemente con i tempi che vivono”.Video Fiat Grande Panda.La Grande Panda, elettrica o ibrida“Per il terzo anno consecutivo, Fiat è il marchio numero uno di Stellantis in termini di volume,” ha dichiarato Carlos Tavares, CEO di Stellantis. Un assist raccolto da Olivier Francois per annunciare il ritorno di Fiat nel mercato mainstream globale; e la Grande Panda rappresenta la prima vettura di questa nuova strategia. Considerata il blue jeans dell'industria automotive, perché idealmente perfetta per ogni occasione e per ogni cliente, la Grande Panda è il clone della prima Panda, che diventa così un nuovo veicolo del segmento B. L'obiettivo è quello di renderla accessibile e adatta alle famiglie grazie a un prezzo di vendita inferiore a 25.000 euro per la versione completamente elettrica. Ma la Grande Panda avrà diverse motorizzazioni considerato il fatto che nasce sulla piattaforma multi-energia del gruppo Stellantis.
Toyota Yaris Cross ibrida, più potente e confortevoleNei prossimi vent'anni il numero di aerei, in cielo, raddoppierà Niente medaglia per Noè Ponti nei 200 m delfinoLa guerra in Israele intacca (ma non troppo) le ferie d'autunno dei ticinesiFLAVIOLIMPICO - Paura e delirio a Parigi. Se doveva finire così, perché chiedere i Giochi? - ilBustese.it