Attanasio, tutti i dubbi e i misteri che avvolgono la morteLa magia di Tokyo sembra svanita. L'atletica azzurra ai Giochi di Parigi non sta sicuramente brillando e se ripetere quei risultati,trading a breve termine con i cinque ori vinti in Giappone, non era forse nemmeno ipotizzabile (così come non fa troppo testo la pioggia di medaglie agli Europei di Roma), certo è che all'appello più di qualcosa manca: ultimo brivido la staffetta 4X100 che, oro tre anni fa, arriva in finale da ripescata.In pista anche Marcell Jacobs, che da campione olimpico dei 100 non si è confermato, chiudendo al 5/o posto la gara regina: lo sprinter azzurro in seconda frazione ha ricevuto il testimone da Matteo Melluzzo, poi Fausto Desalu e Filippo Tortu (altri due velocisti delusi che non sono riusciti a passare alla finale dei 200).Il crono segna 38''07, il quinto della semifinale (la piu' veloce delle due, in effetti) e l'ultimo buono per ritagliarsi un posto tra le otto che si giocheranno la medaglia: domani alle 19.40 in corsia ci saranno Usa, Gran Bretagna, Sudafrica, Cina, Francia, Canada e Giappone. "Sarà un'altra gara. L'importante è essere passati in finale. Credo che sia possibile ripetere quanto fatto tre anni fa - dice un ottimista Jacobs -. La mia sensazione è di essere andato molto forte ma i dati non dicono questo. Sento di aver fatto una buona frazione, dobbiamo rivedere qualcosa al cambio". Che infatti non è stato impeccabile. "E' stato schiacciato" ammette infatti Desalu. "Siamo dentro e ce la giochiamo", aggiunge Melluzzo. La vede così anche Tortu: "Abbiamo fatto una gara sufficiente per la finale ma non per le nostre ambizioni. Domani avremo la seconda corsia e sarà difficile competere ma non ci diamo mai per vinti". E così dopo il flop della marcia, con zero medaglie dai campioni di Tokyo Massimo Stano e Antonella Palmisano (colpa anche di una dose di sfortuna, con l'azzurra costretta a fare i conti con il covid), Lorenzo Simonelli fuori dai migliori nei 110 ostacoli, il lampo finora arriva solo dalla new generation. Il salto di bronzo di Mattia Furlani, classe 2005, ha infatti ridato un po' il sorriso alla spedizione e fa guardare con rinnovato entusiasmo al futuro. E poi c'è Gianmarco Tamberi: il portabandiera azzurro che ha puntato tutto su questi Giochi per confermare il super titolo vinto a Tokyo è stato fermato alla viglia della partenza da problemi fisici (calcolo renale e febbre) che naturalmente hanno messo in forte dubbio la stessa partecipazione del campione marchigiano. L'arrivo a Parigi ha tenuto con il fiato sospeso tutta Casa Italia: in pedana, con i postumi della febbre da smaltire, visibilmente debilitato, Gimbo comunque si è presentato. Cercando di ottimizzare le energie è passato in finale, scuotendo il capo, prima di ritrovare però la sua grinta. Ancora ore di riposo e poi tornerà a saltare, sabato: sognando di stupire e riportare un po' di quella magia che tre anni fa aveva incantato tutti. Riproduzione riservata © Copyright ANSA
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