Scontrino con prezzi maggiorati in un ristorante di Panarea: la denuncia di 4 ragazziDiritto allo studio,-Guglielmo Astuti e Romano (Pd): «La Lombardia continua ad abbandonare gli studenti e lascia senza borsa 1.367 idonei»I consiglieri regionali del Partito democratico intervengono sui tagli del governo nazionale e regionale al diritto allo studio “In cinque anni la maggioranza che governa la Regione Lombardia ha sottratto 170 milioni di euro alle università lombarde, obbligando così le università a pagare di tasca loro le borse di studio, cosa che non succede in nessun’altra regione italiana. E non è tutto. Nel bilancio 2024, ha tagliato ancora 5,2 milioni agli oneri di gestione, quei fondi pubblici destinati ai servizi, come studentati e mense, quando l’inflazione avrebbe richiesto invece delle risorse aggiuntive. Un danno ulteriore per le università e per il diritto allo studio di ben 1.367, tra studentesse e studenti che, pur avendo tutti i requisiti di merito e di reddito, non riceveranno la borsa di studio. Negli ultimi anni la Regione Lombardia ha stanziato come risorse proprie per le borse di studio circa 20 milioni di euro l’anno: una cifra ridicola, se si considera un fabbisogno in crescita tra i 150 e i 170 milioni di euro e il paragone con le altre regioni è impietoso. Il fatto è ancor più grave, se consideriamo che lo scorso dicembre l’aula consiliare aveva votato all’unanimità un atto del gruppo del Pd che garantiva il reperimento delle risorse necessarie a coprire tutte le borse di studio già nel bilancio 2024” così i consiglieri regionali del Pd Samuele Astuti e Paolo Romano intervengono per denunciare i tagli del governo nazionale e regionale al diritto allo studio.“È ora che Regione Lombardia si assuma finalmente le sue responsabilità, anche rispetto al diritto allo studio, dal momento che, nonostante tutte le sue potenzialità, finora non ha fatto la sua parte per garantirlo – incalzano i dem che in aula presenteranno le loro proposte durante l’assestamento di bilancio, in discussione da domani al Pirellone - Una questione troppe volte ritenuta marginale che invece è fondamentale anche per la crescita di una regione che cresce sempre meno e che non può sperare di continuare a vivere sulle spalle delle università. Non va certo meglio a livello nazionale, dal momento che a causa dei tagli le università si ritroveranno 590 milioni di risorse in meno e 400 milioni di spese in più. Ma se è vero che questa regione crede, come sostiene in continuazione, nell’autonomia e nella sua eccellenza, allora ci aspettiamo anche che sia in grado di dimostrarlo”.LA DESTRA AL GOVERNO, IN REGIONE LOMBARDIA E A ROMA, DISTRUGGE IL DIRITTO DI STUDIAREIDONEI NON BENEFICIARIRegione Lombardia ha un nuovo record: lascia senza borsa di studio 1.367 studentesse e studenti universitari che risultano idonei ma, a causa delle risorse regionali insufficienti, sono non beneficiari. Cosa vuol dire? Vuol dire non ricevere la borsa di studio a cui hanno diritto, ovvero quelle risorse fondamentali per poter affrontare le spese connesse allo studio universitario: residenza, mensa, acquisto libri di studio, vita fuorisede.Un problema serio, che ha colpito soprattutto l’università degli studi di Pavia, dove quasi un terzo degli studenti idonei (920) non riceverà la borsa di studio e che non si ferma però a queste 1367 persone: perché Regione Lombardia ha rubato alle università Lombarde oltre 170 milioni di euro in 5 anni: risorse che avrebbe dovuto stanziare Regione Lombardia e che, invece, sotto il ricatto di vedere i propri studenti senza borsa di studio, hanno dovuto sborsare le università.Ma come è possibile? Vediamo qualche cifra.GLI ULTIMI PER DIRITTO ALLO STUDIOInvestire in diritto allo studio è una necessità per l’Italia, contando che nel nostro paese solo poco più del 14% degli studenti riceve una borsa di studio (l’8% in Lombardia, una delle peggiori); rispetto alla media del 30% a livello europeo. Un dato che si riflette poi in un basso numero di laureati e in un alto tasso di drop-out dagli studi: in Italia studiare è ancora un privilegio.Per questo il PNRR ha fissato un obiettivo del 25% per l’Italia, stanziando risorse straordinarie per aiutare il numero di borse di studio a crescere in questi anni, così come il loro importo: la platea è stata ampliata innalzando la soglia ISEE massima per l'accesso a livello ministeriale, portata a quasi 28mila euro per l’anno accademico 2024/2025 e sono aumentati gli importi minimi indicati dal ministero dell’università e della ricerca. Mentre per gli importi minimi, però, la decisione è vincolante, per l’innalzamento della fascia ISEE sta alle regioni adeguarsi: fino all’anno 2023/2024 la Lombardia aveva scelto di non farlo, rimanendo intorno ai 24mila euro come limite massimo, per poi adeguarsi pochi giorni fa alla fascia massima… dell’anno scorso. Insomma: ogni anno rimanendo “indietro” con l’aggiornamento della fascia ISEE Regione Lombardia risparmia, ma a spese di studentesse e studenti che si trovano di fronte ad un assurdo: in regioni con il costo della vita ben più basso, potrebbero accedere alla borsa di studio, in Lombardia no: il loro ISEE non è sufficientemente basso.RISORSE REGIONALI: UN TERZO DELL’EMILIA–ROMAGNAIn ogni caso questa espansione, doverosa ed importante, è stata finanziata in parte dal PNRR e in parte richiedeva risorse statali e regionali aggiuntive.La Regione se ne è fatta carico? Ovviamente no. Negli ultimi anni Regione Lombardia ha stanziato come risorse proprie per le borse di studio circa 20 milioni di euro l’anno: una cifra ridicola, se si considera un fabbisogno in crescita tra i 150 e i 170 milioni di euro.Se guardiamo allo stanziamento per studente, il paragone con le altre regioni è impietoso: la Lombardia stanzia circa 60 euro per ogni studente universitario lombardo, contro i circa 190 euro dell’Emilia-Romagna: un terzo.IL GRANDE FURTO: 170 MILIONI SOTTRATTI ALLE UNIVERSITÀ LOMBARDEQuesto vuol dire che, anche con le altre risorse vincolate (tassa unica per il diritto allo studio, Fondo Integrativo Statale, risorse PNRR), rimangono fuori decine di milioni di euro annui: l'unico motivo per il quale il sistema non è saltato in aria è l’intervento delle università lombarde che, a differenza di quelle di tutte le altre regioni, hanno finanziato con risorse proprie le borse per sopperire al disinteresse della Regione. L'anno scorso, a fronte di 20 milioni di euro stanziati da Regione Lombardia, le università ne hanno erogati 37: una follia. Le università, che non dovrebbero contribuire a questo servizio erogato dalle Regioni, hanno messo addirittura il doppio di Regione stessa. Per il 2024/2025, a meno di cambiamenti, le università dovranno mettere ancora di più.Se guardiamo questi 5 anni, si tratta di circa 170 milioni (contando che quelle per il 2024/2025 sono ancora stime) sottratti alle università lombarde: risorse che potevano e dovevano essere spese in didattica, nel risolvere il problema del sovraffollamento delle aule, in laboratori moderni o in nuovi studentati. Insomma, l’abbandono della Regione colpisce tutto il sistema universitario lombardo e la sua competitività. c. s.
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