Il mito di morire per la patria: la storia dell’Italia in battaglia«A marzo c’era stata la prima udienza di separazione»,Campanella ha spiegato un'amica di Annarita Morelli, la 72enne uccisa nella mattinata di martedì 6 agosto dal marito mentre era al volante della propria auto, ritrovata in via Palombarese, a Fonte Nuova (Roma). La donna, che vive nello stesso palazzo in cui abitavano i due coniugi, si è dichiarata all'Adnkronos sconcertata: «Aveva subito troppi i tradimenti. E alla fine lei aveva trovato un suo equilibrio, mamma esemplare prima e nonna tanto presente ora. Lui però la separazione non la voleva, le aveva chiesto di ripensarci».«Una famiglia normale»L'uomo, dopo aver ucciso la moglie, è entrato in un tabaccaio e ha confessato l'omicidio. Non ha posto resistenza ai carabinieri, che lo hanno arrestato. L'amica ha raccontato che si trattava di una famiglia «normale» e «perbene». «La decisione presa da Annarita non era mai stata né anticipata né seguita da liti, urla, tantomeno violenze - ha raccontato la donna - insomma, nulla che potesse far mai immaginare un finale così. Domenico nella vita era stato autista di autobus, andava a caccia, per questo aveva il porto d’armi. Annarita, invece, faceva la casalinga, ha sempre custodito la casa e la famiglia in un modo ineccepibile. Da quando il marito se n’era andato, a causa di separazione avviata, si era messa a fare dei lavoretti per arrotondare i 300 euro che lui le dava al mese. Non voleva pesare, né chiedere nulla. E così andava a casa della gente a fare i mestieri, dava una mano alle nuore coi bambino mentre lavoravano. Non si fermava mai. Una volta a casa, vista la sua grande passione per gli animali, si occupava dei gattini qui in zona».L'ultima volta che ha visto la vittimaFuori dal suo appartamento, ora sotto sequestro, ci sono ancora le ciotole con i croccantini. «Domenica, a Tor Lupara, c’era stata una riunione per alcuni gatti colpiti dalle frecce - ha continuato l’amica - Lei era in prima linea per capire come venire a capo della situazione». Ma dell’uccisione di Annarita nessuno riesce a dare una spiegazione. «Stamattina il figlio più piccolo, che vive con lei, è venuto qui dal lavoro - ha ricordato la vicina - non sapeva nulla di quanto fosse accaduto, ho dovuto dirgli io della madre. E poi Domenico, l’ultima volta l’ho visto sabato mattina. Mi è sembrato del tutto normale, tranquillo. Insisteva però perché Annarita ritirasse la causa di separazione. Aveva poi avuto da ridire per i lavoretti che faceva, diceva che non le avrebbe più dato i soldi, che lui la pensione se l’era meritata».Lui non voleva più darle soldi«Da quando era andato in pensione, Domenico passava tutti i giorni qui. Per il caffè, per fare una chiacchierata. Non ricordo abbia mai detto nulla che facesse anche solo immaginare quanto accaduto oggi. Ma più volte, ultimamente, mi diceva che i giochi erano finiti, rubinetti chiusi, cose di questo tipo. ‘Non le do più una lira’ ripeteva spesso. Ma mai, mai, frasi violente», ricorda all’Adnkronos il dipendente di una auto officina accanto al palazzo a Tor Lupara, dove per 40 anni Annarita Morelli e Domenico Ossoli avevano vissuto con i loro tre figli. Ultimo aggiornamento: Martedì 6 Agosto 2024, 19:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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