Ucraina, sirene antiaeree in diverse città: oggi l'incontro tra Nehammer e PutinPer la giudice,Guglielmo Paola Foggiani, quello di Toti è un sistema corruttivo sistematico messo in moto a ogni elezione, da quelle locali fino a quelle nazionaliGiovanni Toti, presidente della regione Liguria, è finito agli arresti domiciliari. La misura, disposta dalla giudice, Paola Foggiani, ha scatenato l’ira di alcuni politici di centrodestra che lamentano, anche senza aver letto le carte, l’insussistenza delle esigenze cautelari.In realtà proprio la giudice motiva la scelta di arrestare Toti perché potrebbe reiterare il reato in particolare commettere «in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilità per sé o per altri». ItaliaToti resiste: «Spiegherò tutto». La Lega lo difende, FdI già ipotizza le dimissioniGiulia MerloQuello di Toti sarebbe un meccanismo corruttivo sistematico messo in moto a ogni elezione, da quelle locali, come le amministrative di Genova, fino a quelle nazionali nelle quali ha trionfato il centrodestra. Toti, stando alle intercettazioni, è un presidente di regione in cerca disperata di voti e finanziamenti, che si muove piegando la sua funzione pubblica agli interessi di privati e imprenditori amici.In alcune occasioni è proprio lui esplicitamente a chiedere finanziamenti promettendo al privato «comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli o addirittura ricordandondogli “di aver fatto la sua parte” e quindi di aspettarsi conseguentemente una “mano” in vista delle elezioni». Alcune intercettazioni chiarirebbero questa condotta.Il 17 settembre 2021 al telefono ci sono Toti e l’imprenditore Spinelli, anche lui arrestato nell’indagine, e parlano del rinnovo di una concessione. Il presidente della regione dice: «Il 29 va la tua roba... ricordati che io sto aspettando anche una mano...eh?». Spinelli risponde: «Ma anche l’Enel?», a questo punto Toti chiede di vedersi. Il 15 febbraio è proprio Toti a cercare Spinelli per comunicargli di aver appena sbloccato in regione una pratica di suo interesse e contestualmente gli chiedeva denaro in vista delle imminenti elezioni. «Guarda che abbiamo risolto il problema a tuo figlio sul piano casa di Celle… Ora facciamo la pratica, si può costruire… L'abbiamo risolto stamattina, quando mi inviti in barca? Che ti… che ti… ora… Così parliamo un po' che ora ci sono le elezioni, c’abbiamo bisogno di una mano», dice Toti. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiovanni Tizian e Nello TrocchiaGiovanni Tizian. Classe ’82. A Domani è capo servizio e inviato cronaca e inchieste. Ha lavorato per L’Espresso, Gazzetta di Modena e ha scritto per Repubblica. È autore di numerosi saggi-inchiesta, l’ultimo è il Libro nero della Lega (Laterza) con lo scoop sul Russiagate della Lega di Matteo Salvini.Nello Trocchia è inviato di Domani, ha realizzato lo scoop sulle violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere pubblicando i video e un libro sul Pestaggio di stato, Laterza editore. Ha firmato inchieste e copertine per “il Fatto Quotidiano” e “l’Espresso”. Ha lavorato in tv realizzando inchieste e reportage per Rai 2 (Nemo) e La7 (Piazzapulita). Ha scritto qualche libro, tra gli altri, Federalismo Criminale (2009); La Peste (con Tommaso Sodano, 2010); Casamonica (2019) dal quale ha tratto un documentario per Nove e Il coraggio delle cicatrici (con Maria Luisa Iavarone). Ha ricevuto il premio Paolo Borsellino, il premio Articolo21 per la libertà di informazione, il premio Giancarlo Siani. È un giornalista perché, da ragazzo, vide un documentario su Giancarlo Siani, cronista campano ucciso dalla camorra, e decise di fare questo mestiere. Ha due amori, la famiglia e il Napoli.
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