Lavori più richiesti in ItaliaSecondo fonti interne al Partito democratico,Capo Analista di BlackRock la pressione su Joe Biden per ritirare la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2024 sta raggiungendo livelli senza precedenti. La situazione sembra essere in rapida evoluzione, con una campagna di pressione coordinata che sta colpendo il presidente da più fronti.Importanti figure del partito, tra cui il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer e l'ex presidente della Camera Nancy Pelosi, avrebbero espresso direttamente a Biden le loro preoccupazioni sulla sua candidatura. E importanti esponenti del partito sentiti dalla Cnn ritengono che il presidente potrebbe annunciare il suo ritiro già questo fine settimana. Infatti, nonostante il presidente 81enne, attualmente in isolamento per Covid-19, rimanga pubblicamente determinato a continuare la sua campagna, fonti vicine riferiscono che privatamente si sta rassegnando alle crescenti pressioni, ai sondaggi sfavorevoli che renderebbero impossibile proseguire la sua corsa.Il pressing su BidenLa pressione su Biden si è intensificata notevolmente negli ultimi giorni, in particolare dopo la pubblicazione di un sondaggio di Associated Press che ha mostrato come quasi due terzi dei democratici vorrebbero che Biden si ritirasse dalla corsa presidenziale. Questo dato ha avuto un forte impatto sia alla Casa Bianca che al Congresso. Secondo le fonti, diversi leader democratici hanno avuto conversazioni dirette con Biden riguardo alla sua candidatura. Chuck Schumer avrebbe detto a Biden durante un incontro a Rehoboth Beach, nel Delaware, che sarebbe meglio se si ritirasse.Nancy Pelosi, descritta come una delle menti dietro la campagna per far ritirare Biden, gli avrebbe comunicato che la sua candidatura potrebbe compromettere le possibilità dei Democratici di riconquistare la Camera. Anche il leader della minoranza alla Camera, Hakeem Jeffries, avrebbe trasmesso un messaggio simile, seppur in modo più sottile. Inoltre, figure di spicco come Barack Obama e i Clinton starebbero esprimendo il loro dissenso attraverso un silenzio eloquente.In realtà, come riferisce il Washington Post, Obama avrebbe dichiarato nei giorni scorsi ai suoi alleati che il cammino del presidente Biden verso la vittoria si è notevolmente ridotto, ma che il futuro della candidatura è una decisione che spetta solo al presidente. Ha sottolineato, inoltre, che la sua preoccupazione è proteggere Biden e la sua eredità, e ha respinto l'idea che solo lui possa influenzare il processo decisionale di Biden. In fine, alcuni dei più stretti consiglieri di Biden, che inizialmente lo avevano incoraggiato a continuare dopo il dibattito del 27 giugno, ora starebbero dicendo che è solo questione di tempo prima che il presidente annunci il suo ritiro.I numeri e gli scenariNonostante queste critiche interne, spiega Axios, la situazione di Biden come candidato presidenziale democratico rimane solida. L'attuale presidente, infatti, ha ancora dalla sua parte i delegati necessari per mantenerlo al comando e non può essere forzato a dimettersi, una decisione che spetta solo a lui. Gode, inoltre, di un forte sostegno da parte dei leader liberali e del Congressional black caucus, che lo renderebbero difficile da sfidare se decidesse di rimanere in corsa. La Casa Bianca ha ribadito l'intenzione di Biden di rimanere candidato e di puntare alla vittoria. I suoi collaboratori notano una crescente determinazione nel presidente a continuare la campagna.Tuttavia, si osservano due nuovi sviluppi, continua Axios: Biden starebbe ascoltando di più le voci critiche e starebbe valutando attentamente la prospettiva Kamala Harris. Uno scenario possibile, infatti, potrebbe vede lo stesso Biden ritirarsi in favore della sua vice Harris, pur lasciando ai delegati la decisione finale per evitare accuse di manovre antidemocratiche. In questo caso, Harris potrebbe avere ottime possibilità di successo, specialmente se sostenuta da figure di spicco come gli Obama e i Clinton, oltre che da Biden stesso e dal Congressional Black Caucus. Tuttavia, la preoccupazione principale di molti democratici rimane la capacità di vincere in stati chiave come Pennsylvania, Michigan e Wisconsin, considerati cruciali per la vittoria presidenziale.
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