Occidental vende attività in Texas e New Mexico per 970 mln - Tiscali Notizie

Confronto tv tra Meloni e Schlein da Vespa, i timori del Pd: "Giochiamo fuori casa"Roma,trading a breve termine 23 lug. (askanews) – “Al ministro Urso vogliamo ricordare che i tarantini meritano rispetto. Sull’ex Ilva non basta trovare un acquirente purchessia e andare avanti con il ciclo a carbone come niente fosse: questa non è una soluzione. E’ necessario ora più che mai un cambio radicale di paradigma, al fine di evitare altri danni all’ambiente e alla salute dei cittadini”. Così in una nota il vicepresidente del M5s Mario Turco, coordinatore del comitato Economia, Imprese, Lavoro. “La stagione del ricatto e dello sfruttamento va chiusa: bisogna inaugurare un modello di sviluppo inclusivo che crei lavoro di qualità e opportunità per il territorio. Meloni e Urso, lo ricordiamo, hanno l’obbligo di rispettate la sentenza della corte di Giustizia Ue. Se gli impianti sono nocivi vanno chiusi, e quelli del polo di Taranto lo sono. Oltretutto scopriamo oggi anche della diffida del ministero dell’Ambiente ai commissari dell’acciaieria in merito alle garanzie finanziarie previste dal “Codice ambientale” da tempo scadute”, ha aggiunto. “Un’altra grave irregolarità tra le tante per il sito siderurgico pugliese. Purtroppo, quando si parla di alternative ambientalmente sostenibili, il ministro fa finta di non sentire. Serve un accordo di programma che contempli un piano di riconversione per Taranto che favorisca nuovi insediamenti produttivi e nuovi posti di lavoro. La città ha già pagato un prezzo troppo alto, continuare a giocare sulla pelle dei cittadini è inaccettabile”, ha concluso. -->

Cassano ha rotto il tetto di cristallo, ma è un errore ridurla solo a questoI ricavi di Mondadori nel semestre salgono a 387,2 milioni - Tiscali Notizie Nessun ragazzo è irrecuperabile: la detenzione è uno stigma, la giustizia riparativa aiutaBorsa: Milano chiude in ribasso, -0,51% - Tiscali NotizieNordio al Csm, prove di distensione. Il ministro non cita la separazione delle carriere