Inchiesta Fondazione Open, Renzi: “I pm non sono credibili ma non faccio come Berlusconi”Lo scenarioLo zar in crisi e i suoi dioscuriDopo l'umiliante ritirata da Kherson si moltiplicano le voci di pesanti malumori interni al Cremlino contro il presidente Vladimir Putin — Il caso controverso del post dell'ideologo Aleksandr Dugin — L'ascesa di due fedelissimi,investimenti il ceceno Ramazan Kadyrov e lo "chef" Evghenij Prigozhin©AP Photo/Misha Japaridze Marta Ottaviani14.11.2022 06:00La ritirata da Kherson, dove le truppeucraine sono entrate venerdì scorso, segna un punto di svolta per Kiev. E perMosca la dimostrazione - forse, questa volta, definitiva - che le cose nonstanno andando così come il Cremlino si aspettava. E già da lungo tempo. La situazioneeconomica si sta deteriorando, le notizie di rivolte all’interno dei campi diaddestramento, dove vengono condotte le nuove leve reclutate con lamobilitazione parziale, sono all’ordine del giorno. Come se questo non fossegià sufficiente, sono in corso movimenti all’interno del Paese che potrebberodare vita a una nuova Russia, persino più pericolosa di quella con cui abbiamoa che fare oggi. Giallo su TelegramAleksandr Dugin, il filosofo appartenentealla corrente dei neo-euroasiatisti, in un post su Telegram ha accusato Putindi essere il responsabile della ritirata da Kherson. Citando un saggiodell’antropologo James Frazer, Dugin ha spiegato che se il sovrano non salva ilsuo popolo, il suo destino è quello dell’Uomo della Pioggia: la morte. Unmessaggio fin troppo forte da quello che, qualche anno fa, era considerato unfilosofo in grado di influenzare lo stesso presidente. Il post è stato rimossoe, tanto per cambiare, anche questa volta, si è data la colpa al nemico.«L’Occidente - ha detto Dugin - ha iniziato a far credere che io e i patriotirussi ci siamo rivoltati contro Putin dopo la resa di Kherson, chiedendopresumibilmente le sue dimissioni. Questo non proviene da nessuna parte e sibasano su un mio presunto messaggio cancellato». Le sue parole, però, hanno fatto il giro delmondo e potrebbero essere interpretate come un duplice avvertimento. Lo scorso20 agosto, il filosofo è scampato a un attentato nel quale, però, ha perso lafiglia la figlia Darija. Dell’attacco è stata incolpata l’Ucraina, ma lepolemiche sull’inefficienza dei servizi segreti russi sono state parecchie. C’èpoi un’altra cosa che a Dugin deve aver dato fastidio, forse più della perditadi Kherson: si tratta della nuova “strana coppia” della politica russa e che,guarda caso, va a pescare proprio in quella Russia ultra conservatrice e ultranazionalista dove il filosofo, con le sue teorie sul Paese staccato dall’Europae più vicino all’Asia, è un puto di riferimento. I delfini del leaderI componenti di questo insolito duo sononiente meno che il presidente della Cecenia, Ramazan Kadyrov, che si èmacchiato dei peggiori crimini contro l’umanità, e soprattutto EvgenijPrigozhin, noto alle cronache come “lo chef di Putin” (la figura diimprenditore della ristorazione, però, ormai gli va davvero stretta. Nel corsodegli anni, l’uomo d’affari ha fondato la Wagner, di cui ha riconosciuto lapaternità solo di recente: si tratta del più grande esercito privato del mondo,con circa 30mila soldati, alcuni recuperati dalle carceri russe. Dal 2013, è acapo della cosiddetta Internet Research Agency, meglio nota come fabbrica deitroll, con cui ha mandato in tilt il dibattito pubblico in mezzo mondo, a furiadi fake news e ribaltamenti della realtà a favore di Mosca. Una carriera increscendo, alla quale mancava solo una cosa: l’ingresso in politica. Il Wagner CenterPrigozhin sta prendendo la ricorsa. Lo scorso4 novembre ha inaugurato a San Pietroburgo, città natale sua e del presidentePutin, il Wagner Center, un grattacielo di vetro e acciaio. Nelle parole delfondatore, questo rappresenta un «ambiente confortevole per generare nuove ideeper migliorare la capacità di difesa della Russia, un complesso di edifici incui possono essere ospitati sviluppatori, progettisti, specialisti IT,industria sperimentale e start-up». Non solo. L’imprenditore si è messo afinanziare anche film, centri culturali, impianti sportivi e tutto quello chepuò servire per iniziare a farlo conoscere all’elettorato. Di certo, ormai,commenta tutti i principali avvenimenti politici con grande libertà. Incluse laritirata da Kherson e la decisione di arretrare le truppe al di là del fiumeDniepr, giudicate «giuste» pur appartenendo alla cordata dei falchi, ossia dichi vorrebbe un approccio ancora più violento alla guerra. Un nuovo cerchio magicoL’idea dimolti analisti è che Prigozhin possa avere intenzione di fondare un partito diestrema destra, che riunisca i delusi dall’operazione militare speciale equelli che vorrebbero una Russia ancora più lontana dall’Occidente. Ma nelPaese non succede nulla se Putin non lo consente, e qui risiede un elemento dinovità interessante. Dietro questa costruzione di un nuovo personaggio politicoci potrebbe essere proprio la benedizione del presidente. Prigozhin e Kadyrovandrebbero quindi visti come un rinforzo di Putin contro il suo cerchio magicoal Cremlino, composto da siloviki, ex funzionari dei servizi segreti, sempremeno convinti delle capacità dello Zar di guidare il Paese e che probabilmente stanno pensando aldopo Putin. Ma lui, lo zar,non ha alcuna intenzione di andarsene. E, per stare più tranquillo, ha pensatobene di mettere contro agli ex compagni del KGB due signori della guerra comeKadyrov e Prigozhin.In questo articolo: Guerra in Ucraina
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