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Patto Rossi-Conte. Le mire dei grillini sul Tg3 di Orfeo

Sondaggi politici: calano i consensi per la Meloni, cresce PdAmnesty International ha analizzato l’impatto della legge ungherese anti lgbt. Autori minacciati,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella programmazione televisiva sotto controllo, limitazioni: il report descrive una situazione incompatibile con gli standard europei e internazionaliIn un rapporto sui diritti umani in Ungheria pubblicato oggi, Amnesty International denuncia che il provvedimento ungherese del 2021 – da considerare alla stregua di una legge sulla propaganda –  ha limitato il dibattito e la rappresentazione delle persone Lgbtqia+ nella scuola, sui mezzi d’informazione e nell’ambito delle produzioni culturali e sta avendo un profondo impatto negativo su singoli individui e gruppi della comunità, rafforzando stereotipi e attitudini discriminatorie e limitando il diritto alla libertà d’espressione. EuropaGuida alla legge anti lgbt di OrbánFrancesca De BenedettiTorsioni censorieGià negli anni precedenti, il governo e i media “orbanizzati” avevano portato avanti una campagna contro i diritti delle persone Lgbtqia+ usando retoriche stigmatizzanti e prendendo di mira coloro che, nella società civile, si battono per l’uguaglianza. Poi nel 2021 è entrata in vigore la famigerata legge. Il divieto, formulato in modo generico, di «rappresentare e promuovere« le «identità di genere diverse» e gli «orientamenti sessuali diversi» in contesti informativi e di comunicazione pubblica come l’istruzione, i media, la pubblicità e alcune attività commerciali ha seminato in chi lavora in quei settori la paura di procedimenti legali e di possibili campagne diffamatorie da parte degli organi d’informazione filogovernativi.A partire dall’anno scorso, la normativa è stata applicata in modo sempre più ampio. I professionisti intervistati da Amnesty International hanno espresso preoccupazione per il modo in cui la legge viene interpretata dalle autorità e incertezza su come modificare le loro attività per evitare multe e altre sanzioni.Krisztián Nyáry, autore e direttore creativo dell’agenzia Lira Ltd, ha dichiarato ad Amnesty International: «Si potrebbe stampare su tutti i libri per bambini l’avvertimento che sono per i genitori e finirebbe lì. Ma ora questi libri devono essere incartati e non possono proprio essere venduti nei pressi delle scuole. Così, anche le librerie e le case editrici che rispettano la legge sono lasciate nell’incertezza e rischiano sanzioni».Tv sotto controlloLa messa in onda di programmi televisivi e di film che hanno per protagoniste persone Lgbtqia+ è consentita solo in una determinata fascia oraria. Questo ha significato dover riadattare la programmazione e la diffusione di tali contenuti per evitare potenziali sanzioni.Péter Kolosi, direttore dei contenuti della televisione commerciale RTL, ha confermato ad Amnesty International che l’emittente ha posticipato l’orario di determinati programmi e che sta anche pensando di non mandare affatto in onda alcuni contenuti. Autori e produttori hanno dovuto modificare il modo di lavorare per poter rispettare la legge. «Questa legge è inaccettabile, discriminatoria. Ha introdotto la censura, un nuovo tipo di censura, nei mezzi d’informazione», ha commentato. EuropaLo gnomo Pumuckl, il Re Leone, Mulan. Orbán fa la guerra ai cartoni animatiFrancesca De BenedettiUna catena di librerie è stata multata per aver esposto negli scaffali di letteratura per minori libri che parlavano di coppie del medesimo sesso. Una libreria è stata multata per aver esposto un libro che aveva per protagonista una persona transgender senza aver evidenziato che si trattava di un volume per un pubblico adulto.Gli autori e le autrici hanno dovuto riclassificare i loro lavori da libri per bambini a libri per adulti, cosa che comporta anche una riconsiderazione dello stile e del linguaggio. Un autore ha riferito ad Amnesty International che sta subendo crescenti minacce e intimidazioni sui social media solo perché scrive di persone Lgbtqia+.Attacchi e pauraDóra Papp, un’autrice, dopo l’entrata in vigore della legge è stata attaccata sui social media come non le era mai accaduto prima. Una persona ha minacciato di prenderla a sputi durante un firma-copie: «Questo fatto ha avuto un contraccolpo. Dopo così tanti anni in cui era un piacere incontrare il pubblico e firmare i miei libri, ora ho paura perché non so quanto considerare seria questa minaccia».Dóra Papp ha aggiunto che la paura ha attanagliato anche i nuovi scrittori: «Mi dicono che hanno paura, non hanno intenzione di terminare i libri che stanno scrivendo o di pubblicarli in Ungheria».Insomma, secondo Amnesty International, la “legge sulla propaganda” limita indebitamente il diritto alla libertà di espressione e anche il diritto delle persone ad accedere a informazioni di loro interesse. Tutto questo in un modo che non è legale né necessario né proporzionale, è privo di uno scopo legittimo e dunque si pone in profondo contrasto con gli standard e le norme del diritto internazionale e dell’Unione europea.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediRiccardo NouryAmnesty International ItaliaÈ il portavoce di Amnesty International Italia.

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Capo Analista di BlackRock

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