Condannato in primo grado a due anni di reclusione il commerciante che abbandonò il figlio a RagusaIl presidente del tribunale dei minori di Trento,ETF Giuseppe Spadaro, analizza la situazione dei figli di coppie omogenitoriali dopo l’iniziativa della procura di Padova Nel caso in cui il tribunale accogliesse la rettifica chiesta dalla procura, «se la mamma biologica si ammala o peggio ancora muore, prima di richiedere e ottenere una sentenza di adozione speciale coparentale, step child adoption, il minore rimarrà privo di tutela. Ci sono poi le conseguenze psicologiche». «Oggi i figli delle coppie dello stesso sesso sono considerati come gli illegittimi di un tempo e, come tali, non avrebbero dovuto nascere. Tutto questo è inaccettabile». La decisione della procura di Padova di impugnare tutti e 33 gli atti di nascita di coppie omogenitoriali ha riportato al centro la questione del vuoto legislativo a tutela dei minori figli di coppie gay. Giuseppe Spadaro, presidente del tribunale dei minori di Trento e autore della storica sentenza che ha riconosciuto il legame tra fratelli di due bimbi che cresceranno con due mamme, avverte: «Oggi i figli delle coppie dello stesso sesso sono considerati come gli illegittimi di un tempo e, come tali, non avrebbero dovuto nascere. Tutto questo è inaccettabile». Il caso di Padova ha destato scalpore per la scelta di procedere a tappeto, anche sui casi pregressi. Era davvero una sorta di strada obbligata per la procura? Non mi permetterei mai di sindacare provvedimenti di colleghi: i compiti di vigilanza sullo stato civile sono attribuiti dal legislatore alla procura della repubblica e il pm può chiedere la rettifica degli atti di nascita. Spetta poi al giudice competente valutare se è stata violata una legge. Si spiega in qualche modo il fatto che l’azione sia partita a distanza di mesi dalla circolare del ministero dell’Interno? La sentenza della Suprema Corte, Sezioni Unite del 30 dicembre scorso, riguardava due uomini e stabiliva soltanto che il padre biologico, quello che ha donato il seme in una maternità surrogata, può essere registrato all’anagrafe come genitore. Un verdetto non “contro” le coppie omogenitoriali, ma in generale contro il ricorso alla maternità surrogata che ovviamente non sussiste quando la coppia è formata da due donne. Non esiste una legge sui diritti dei minori nati da tecniche di sostituzione di maternità auspicata proprio dalla Corte costituzionale e dalla Corte di cassazione. Ripeto, saranno i Tribunali a decidere. Possiamo chiarire quale è attualmente la giurisprudenza di Cassazione, che spesso viene richiamata? La Cassazione, nell’attesa dell’intervento sempre possibile ed auspicabile del legislatore, trovandosi a dover decidere una questione relativa allo status del figlio di una coppia omoaffettiva, ha chiaramente richiamato a non lasciare i diritti del bambino indefinitamente sospesi ma ricercare nel complessivo sistema normativo l’interpretazione idonea ad assicurare, nel caso concreto, la protezione dei beni costituzionali implicati. Quali conseguenze produrrà l’iniziativa della procura, qualora accolta dal tribunale? Se sarà accolta dal tribunale, significa che la mamma non biologica non sarà più giuridicamente considerata genitore e non potrà esercitare la responsabilità genitoriale sul figlio che ha riconosciuto con la convivente o unita civilmente. Vuol dire che se la mamma biologica si ammala o peggio ancora muore, prima di richiedere e ottenere una sentenza di adozione speciale coparentale, step child adoption, il minore rimarrà privo di tutela. Ci sono poi le conseguenze psicologiche. Quali ritiene possano essere, secondo la sua esperienza? Personalmente da modesto giudice minorile, che ha avuto modo di lavorare per anni al fianco di psicologi e psichiatri infantili giudici onorari, sono preoccupato per le ripercussioni sulla vita sociale e le conseguenze sulla identità personale del bambino. Chi non ravvisa il rischio di un grave trauma personale per il bambino in una fase delicata dello sviluppo, per il fatto di non avere più ad un tratto un fratello e o una mamma? Sarebbe auspicabile un intervento legislativo per risolvere la situazione? Lo auspica autorevolmente la Corte costituzionale. Il clamore dei fatti di Padova ha come sfondo il crescente e preoccupante scontro sui diritti civili, che tiene insieme anche impropriamente tutta una serie di questioni legate tra loro: le famiglie arcobaleno, la gestazione per altri, le coppie omogenitoriali, i diritti dei bambini. Partendo da quest’ultimi – che rappresentano per un giudice minorile e dovrebbero rappresentare per tutti il reale best interest da perseguire – la questione è la persistenza di un vuoto normativo gravissimo rispetto al quale il parlamento dovrebbe intervenire, ma nostro malgrado è rimasto finora inerte. Vorrei richiamare a quanto succedeva prima del 1975 per i figli nati fuori dal matrimonio se uno dei genitori era sposato: il nostro Paese ha dovuto attendere fino al 2012 perché il processo di riconoscimento dei diritti dei figli nati dentro e fuori dal matrimonio fosse completato. Oggi i figli delle coppie dello stesso sesso sono considerati come gli illegittimi di un tempo e, come tali, non avrebbero dovuto nascere. Tutto questo è inaccettabile. Attualmente l’altra via è quella dell’adozione in casi straordinari, che però costringe a un procedimento giudiziario. Sarebbe stata questa la strada migliore da percorrere? L’adozione speciale – che noi giudici minorili abbiamo utilizzato in questi casi e che tanto è stata avversata in quegli anni - può essere richiesta solo dopo anni di convivenza e cura del nascituro da parte del genitore non biologico o intenzionale, con verifiche da parte del Tribunale e dei Servizi Sociali che necessitano di tempo per l’espletamento della procedura. E nel frattempo? Se il genitore biologico muore o si ammala gravemente? I bambini non devono pagare le scelte degli adulti. Oltre ai fatti di Padova, questo vuoto potrebbe aprire altri problemi? Tale lacuna legislativa pone un problema, innanzitutto, alle famiglie e ai bambini e per i sindaci quello della trascrizione è sicuramente un problema oggettivo, visto che i bambini – al netto di come la si pensi e delle modalità di concepimento – non possono certo scomparire. Con accenti paradossali, tale situazione concerne l’indebolimento oggettivo della famiglia considerata come luogo degli affetti e delle relazioni fondamentali che non riguarda solo le famiglie arcobaleno, ma un'idea di convivenza e di rapporto tra generi e le generazioni che coinvolge tutti noi. Ritiene che si possa aprire la strada per sollevare una questione di legittimità costituzionale? Lo vedremo dopo che il legislatore emanerà finalmente una legge che tuttavia dovrà comunque tutelare i diritti di questi “incolpevoli” minori essendo il best interest of child un valore costituzionale oltre che sovranazionale. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.
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